|  Matilda sei mitica!

mercoledì 1 marzo 2017

Il posto sicuro del cuore

Mindfulness e piena presenza


Venerdì 20 gennaio al centro culturale di Ranica ritorna l'appuntamento mensile con le conferenze de “Il potere del Sentire”, la proposta gratuita organizzata dal comune di Ranica con il centro di psicoterapia di Torre Boldone, il Centro Divenire. Titolo dell'evento: “Il posto sicuro del cuore: mindfulness e piena presenza. Come e perchè ci impediamo di vivere la nostra vita pienamente”. conduce Roberto Maria Sassone, psicologo ed esperto italiano in analisi reichiana.

A volte sono degli eventi traumatici a farci sentire vivi per la prima volta, d'un tratto riusciamo a sentire tutto intensamente. Pensiamo alla perdita di un nostro caro o all'abbandono da parte del nostro fidanzato/a. È lì che comincia la strada della ricerca interiore. Cominciamo a volere qualcosa di più, non ci è più possibile andare avanti come prima. Abbiamo vissuto la nostra vita superficialmente e, ad ognuno di noi sarà capitato, grazie a un evento inaspettato, a una persona oppure grazie a un libro, ci siamo detti: “Ma io non mi sono mai sentito veramente!”.
E allora vogliamo come risvegliarci. Risvegliarsi è la parola di una ricerca interiore.

Cosa significa risvegliarsi nella vita di ogni giorno? Significa essere consapevoli di se' mentre si sta vivendo -“ Sono consapevole di sentirmi vivere!”- è il mattoncino fondamentale. La ricerca interiore non è qualcosa di mistico, metafisico o aleatorio.

La spiritualità ha origine nel sentire, sentire significa avere la percezione del corpo. Per questo Roberto nel suo lavoro di psicoterapeuta ritiene importantissimo fare riferimento continuo al corpo. E spesso i suoi pazienti non sono capaci di rispondere alla semplice domanda “cosa senti?”. Rispondono cosa pensano, o ancor peggio, quello che credono di dover sentire.
Ma che cos'è che ci impedisce il sentire?
La nostra corazza caratteriale. Ovvero tutto ciò che abbiamo adoperato per difenderci nella vita. Questo difenderci a volte ci costringe a distorcere il nostro sentire naturale e tendiamo a entrare nella mente, come per rifugiarci. Scrive Lowen, psicologo importante del Novecento: “Quando mente e corpo sono separati la spiritualità diventa un fenomeno intellettuale”. E ancora: “ il corpo despiritualizzato è caratterizzato da una relativa insensibilità e mancanza di grazia. La vera grazia non si impara: è un dono di natura in quanto dono di Dio.”

Sarà pur strano che uno psicologo parli di Dio e di grazia?
Forse no. Roberto Maria Sassone è anche istruttore di mindfulness psicosomatica e alla conferenza ci da una piccola dimostrazione di cosa sia questa pratica che gli orientali utilizzano da sempre e da sempre connettono al mondo della spiritualità: la meditazione. Possiamo educare la nostra mente.
D'altra parte anche la mente è corpo. Possiamo immaginare qualcosa di noi che non sia corpo? La mente è qualcosa con cui il nostro corpo si manifesta. Possiamo perciò considerare la mente come una realtà ben specifica, fatta di una consistenza reale su cui si può lavorare.

Cos'è meditare?
Innanzitutto un lavoro, una pratica che ha bisogno di costanza. Può essere due cose: un azione o uno stato. Fare meditazione vuol dire praticare un processo che porti a uno stato: l'esserci. Meditare vuol dire esserci. Ma allora in che campo siamo? La spiritualità non è distaccata dalla psicoterapia. Per sentirsi è necessaria l'attenzione. L'attenzione è la leva fondamentale per imparare a sentirsi vivere.

Cosa ci impedisce di stare nell'attenzione?
Il fatto che ognuno di noi è imprigionato in un personaggio, un credo, una morale, una emozione distorta. Se c'è l'attenzione non ci si può perdere in una cosa. E per mantenerla viva qual è l'appiglio? Il corpo. Tornare al respiro. Qui c'è tutto il buddismo. Il respiro fa emergere il sentirsi, il sentirsi è nel corpo. È di una banalità incredibile. È la nostra struttura ciò che ci consente l'esperienza del vivere. Il respiro è una dimora. Ogni volta che ci perdiamo, l'attenzione sul respiro ci risveglia. Mi accorgo che un secondo prima non c'ero, ero immerso in qualcosa, magari camminavo o facevo sesso ma non c'ero. L'esserci è un assetto diverso del nostro sistema e questo ormai è appurato dalle neuroscienze.

Perchè la meditazione funziona? Perchè il nostro corpo memorizza un assetto diverso. Attraverso la pratica costante questo assetto diventa poi una nuova modalità funzionante. Più si pratica e più si allena il muscolo metafisico della concentrazione.
L'esperienza dell'essere umano è la continua trasformazione della realtà interna ed esterna. Ai cambiamenti non esistono soluzioni facili, ne strade che ci evitino di sentire il dolore, ma un aiuto pratico è cercare con coraggio rifugio nel proprio cuore e praticare con costanza e la meditazione ci aiuta a riconnetterci al nostro centro vitale, attraverso il respiro. Il centro di noi stessi. Sentirsi a casa: questo il primo passo per uscire dai momenti di crisi e prendere in mano la nostra vita.

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