Il posto sicuro del cuore
Mindfulness e piena presenza

Venerdì 20 gennaio
al centro culturale di Ranica ritorna l'appuntamento mensile con le
conferenze de “Il potere del Sentire”, la proposta gratuita
organizzata dal comune di Ranica con il centro di psicoterapia di
Torre Boldone, il Centro Divenire. Titolo dell'evento: “Il posto
sicuro del cuore: mindfulness e piena presenza. Come e perchè ci
impediamo di vivere la nostra vita pienamente”. conduce Roberto
Maria Sassone, psicologo ed esperto italiano in analisi reichiana.
A volte sono
degli eventi traumatici a farci sentire vivi per la prima volta,
d'un tratto riusciamo a sentire tutto intensamente. Pensiamo alla
perdita di un nostro caro o all'abbandono da parte del nostro
fidanzato/a. È lì che comincia la strada della ricerca interiore.
Cominciamo a volere qualcosa di più, non ci è più possibile andare
avanti come prima. Abbiamo vissuto la nostra vita superficialmente e,
ad ognuno di noi sarà capitato, grazie a un evento inaspettato, a
una persona oppure grazie a un libro, ci siamo detti: “Ma io non mi
sono mai sentito veramente!”.
E allora vogliamo
come risvegliarci. Risvegliarsi è la parola di una ricerca
interiore.
Cosa significa risvegliarsi nella vita di ogni giorno?
Significa essere consapevoli di se' mentre si sta vivendo -“
Sono consapevole di sentirmi vivere!”- è il mattoncino
fondamentale. La ricerca interiore
non è qualcosa di mistico, metafisico o aleatorio.
La spiritualità ha
origine nel sentire, sentire significa avere la percezione del corpo.
Per questo Roberto nel suo lavoro di psicoterapeuta ritiene
importantissimo fare riferimento continuo al corpo. E spesso i suoi
pazienti non sono capaci di rispondere alla semplice domanda “cosa
senti?”. Rispondono cosa pensano, o ancor peggio, quello che
credono di dover sentire.
La nostra corazza
caratteriale. Ovvero tutto ciò che abbiamo adoperato per difenderci
nella vita. Questo difenderci a volte ci costringe a distorcere il
nostro sentire naturale e tendiamo a entrare nella mente, come per
rifugiarci. Scrive Lowen, psicologo importante del Novecento: “Quando
mente e corpo sono separati la spiritualità diventa un fenomeno
intellettuale”. E ancora: “ il corpo despiritualizzato è
caratterizzato da una relativa insensibilità e mancanza di grazia.
La vera grazia non si impara: è un dono di natura in quanto dono di
Dio.”
Sarà pur strano che uno psicologo parli di Dio e di
grazia?
Forse no. Roberto
Maria Sassone è anche istruttore di mindfulness psicosomatica e alla
conferenza ci da una piccola dimostrazione di cosa sia questa pratica
che gli orientali utilizzano da sempre e da sempre connettono al
mondo della spiritualità: la meditazione. Possiamo educare la nostra
mente.
D'altra parte anche
la mente è corpo. Possiamo immaginare qualcosa di noi che non sia
corpo? La mente è qualcosa con cui il nostro corpo si manifesta.
Possiamo perciò considerare la mente come una realtà ben specifica,
fatta di una consistenza reale su cui si può lavorare.
Cos'è meditare?
Innanzitutto un
lavoro, una pratica che ha bisogno di costanza. Può essere due cose:
un azione o uno stato. Fare meditazione vuol dire praticare un
processo che porti a uno stato: l'esserci. Meditare vuol dire
esserci. Ma allora in che campo siamo? La spiritualità non è
distaccata dalla psicoterapia. Per sentirsi è necessaria
l'attenzione. L'attenzione è la leva fondamentale per imparare a
sentirsi vivere.
Cosa ci impedisce di stare nell'attenzione?
Il fatto che ognuno di noi è imprigionato in un personaggio, un
credo, una morale, una emozione distorta. Se c'è l'attenzione non ci
si può perdere in una cosa. E per mantenerla viva qual è
l'appiglio? Il corpo. Tornare al respiro. Qui c'è tutto il buddismo.
Il respiro fa emergere il sentirsi, il sentirsi è nel corpo. È di
una banalità incredibile. È la nostra struttura ciò che ci
consente l'esperienza del vivere. Il respiro è una dimora. Ogni
volta che ci perdiamo, l'attenzione sul respiro ci risveglia. Mi
accorgo che un secondo prima non c'ero, ero immerso in qualcosa,
magari camminavo o facevo sesso ma non c'ero. L'esserci è un assetto
diverso del nostro sistema e questo ormai è appurato dalle
neuroscienze.
Perchè la meditazione funziona? Perchè il
nostro corpo memorizza un assetto diverso. Attraverso la pratica
costante questo assetto diventa poi una nuova modalità funzionante.
Più si pratica e più si allena il muscolo metafisico della
concentrazione.
L'esperienza
dell'essere umano è la continua trasformazione della realtà interna
ed esterna. Ai cambiamenti non esistono soluzioni facili, ne strade
che ci evitino di sentire il dolore, ma un aiuto pratico è cercare
con coraggio rifugio nel proprio cuore e praticare con costanza e la
meditazione ci aiuta a riconnetterci al nostro centro vitale,
attraverso il respiro. Il centro di noi stessi. Sentirsi a casa:
questo il primo passo per uscire dai momenti di crisi e prendere in
mano la nostra vita.
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