giugno 2023 |  Matilda sei mitica!

sabato 24 giugno 2023

Passaggio in ombra di Maria Teresa Di Lascia

Chiara è una giovane asmatica rinchiusa nelle quattro mura fatiscenti di una casa nella città di Foggia che, costretta da oscuri fantasmi che la vengono a trovare in una buia solitudine, prende a raccontare le vicende della sua vita. 

Figlia di due madri, cresciuta senza una presenza maschile, soffre fin da piccola il rapporto con il padre, un uomo profondamente insicuro. La madre, una levatrice trasferitasi al paese da giovane, è una donna tutta d’un pezzo che, dopo aver scoperto di essere rimasta incinta in seguito a una breve relazione con Francesco, al ritorno di lui dalla guerra, lo rifiuta senza dare spiegazioni. 

 

Anche il lettore, insieme alla protagonista, resta in attesa di scoprire le ragioni di un gesto che le ha impedito di crescere in una famiglia cosiddetta normale, abbandonandola nelle grinfie affettive di una madre ingombrante e meravigliosa, totalizzante e per questo cieca di fronte ai suoi bisogni. Donna che dimostra fin da subito uno spregiudicato astio nei confronti di Francesco non appena quest’ultimo fa un tentativo di avvicinamento alla figlia.


Sullo sfondo una Puglia calda e vibrante, degli agrari, dei conti, di mercanti arricchiti, Foggia e la provincia, con le sue leggi non scritte. 

 

Infine, l’incontro con zia Peppina, l’altra mamma, zia del padre, che la prende con sé e la fa studiare, che per lei ha grandi progetti. Ancora una volta vittima di un’immagine stampatale addosso, Chiara è alle prese con le mire di una personalità megalomane, che trova nella nipote la possibilità di riscatto per sé e per la famiglia dei D’Auria, aspettativa che la farà nuovamente sprofondare, questa volta di fronte alla frustrazione di una promessa inarrivabile. 

 

Un romanzo ricco, come non ne fanno più. Di relazioni significative, retroscena, pensieri, personaggi secondari che appaiono pieni come i primari, finché ogni gesto non è spiegato, rinsaldato da fatti, alberi genealogici, elementi dettaglianti. 

 

L’intreccio è costruito con anticipazioni alternate ad approfondimenti, via via sempre più incalzanti, sempre più in grado di restituire un quadro completo, in un numero funambolesco che trascina il lettore fino alla fine. Come in un gioco di specchi, alla ricerca della verità, o, più semplicemente, dell’origine di ogni cosa, ovvero del perché Chiara si sia ritrovata, adulta, sola e sconsolata in una casa di città.

 

Con stile raccolto ma ardente, intimo ma straripante, Mariateresa Di Lascia racconta una storia famigliare del sud Italia impregnata di tradizioni, contraddizioni, lasciando intravedere anche un pezzetto di cronaca giudiziaria, emblematica dei rapporti tra classi nella Puglia agricola nel secondo dopoguerra. 

giovedì 15 giugno 2023

Cassandra a Mogadiscio di Igiaba Scego

Cassandra vede Troia che brucia, ma non viene ascoltata, perché Apollo, che l’amava senza essere ricambiato, le ha lanciato contro una maledizione. Così anche Igiaba, insieme alla sua famiglia, osserva dall’Italia la sciagura che si riversa sul popolo somalo dal 1991, la guerra civile, senza che nessuno la capisca. 

 

Perché i compagni di classe organizzano feste di Capodanno e baciano per la prima volta. Perché l’occidente di fronte allo scempio vissuto dai connazionali volta lo sguardo dall’altra parte, parla di Afghanistan, di Saddam Hussein, mentre lei, riversa su un water, vomita via il Jirro, la maledizione. 

 

Quell’atroce maledizione che odora di carne in putrefazione e kalashnikov, che la inchioda al bagno, in una bulimia nascente, nell’attesa che sua madre torni, hooyo Chadigia, che a quel conflitto è andata incontro. “Perché mamma sei andata incontro alla guerra?” chiede Igiaba, e lei risponde che è stato per ritrovare i figli abbandonati ai tempi del regime, e per lottare per il suo clan. Perché nonostante la Somalia ami Chadigia, Igiaba e gli altri, il suo popolo non l’ha corrisposta. 

 

Per lungo tempo è stata dominata da individui sanguinari, dalla lingua tagliente come un coltello, dittatori e bianchi (gaal) violentatori di donne, che l’hanno trasformata in latrina, discarica a cielo aperto. Perciò lei ha procurato a loro, aggressori, vittime, abusanti o abusati, il Jirro, la prova del dolore. 

 

Pochi romanzi sanno tratteggiare con rigore storico e al tempo stesso pathos linguistico il livore e le vicissitudini di uno scontro fra i più sanguinolenti della Terra. E Igiaba lo fa con le testimonianze dei suoi cari, attraversando il suo stesso passato, alla ricerca di risposte, ma il più delle volte confrontandosi a lungo con le domande. In una piccola cucina romana, avvolta da maglioni infeltriti, fra un tè alla cannella e chiodi di garofano e un musical di Fred Astaire. 

 

Con la consapevolezza di chi sa che cucirle fra loro, le voci della storia, è l’unica via per sopravvivere all’oblio nel quale la modernità ha lasciato cadere la vecchia colonia, sua patria.