maggio 2023 |  Matilda sei mitica!

lunedì 29 maggio 2023

Al di qua del fiume di Alessandra Selmi

bambine fuori dalla chiesa

Al di qua del fiume di Alessandra Selmi è una storia grigia, lugubre, verace. Malmessa, quanto ai personaggi, immersi nel clima contadino della bassa bergamasca al confine col milanese della fine dell’Ottocento. 


Eppure piacciono. Risvegliano, nel lettore, quel senso di comunità a cui oggi tanto si anela, nelle vite anonime e parallele che conduciamo. Nel libro tutto s’intreccia, restituisce calore, asperità. La vita con la morte, gli ultimi coi ricchi, il lavoro con l’osteria, il vino con la zuppa, e la cotenna dentro, mica scherziamo. 


Il villaggio Crespi, costruito attorno al primo cotonificio della zona, che diede lavoro a centinaia di persone, fu costruito dal sciur Crespi in persona, ampliato da suo figlio Silvio, tenuto insieme dal nipote, prima del collasso.


Tutt’intorno il fiume Brembo, i suoi argini, boschetti e campi coltivati. Nebbia che si taglia con il cucchiaio, la centrale idroelettrica, pupillo del figlio Silvio, non appena arrivò anche qui l’elettricità. Le sparizioni, il disonore, il duro lavoro, le dicerie, chi si arrangia come può, una bocca di rosa, un rincitrullito. 

 

L’assassino, il conte, l’omosessuale costretto a una vita di clandestinità, il galoppino del padrone, che passa tutte le sere a controllare che giù alla fabbrica sia tutto a posto. La festa delle spose dell’anno, il locandiere senza una gamba. La veggente, il cattivo ignorante. L’om de famea, lavoratore instancabile, che pur di mantenere il suo onore riempie di botte il figlio. 


Questo il quadro variopinto del romanzo, condito con una soffice storia d’amore che aleggia per tutto il suo corso. Un affresco di personaggi realistici, di sofferenze, di storia. La storia della prima realtà operaia innovativa d’Italia, con le sue gioie e le sue atrocità.