venerdì 7 ottobre
Stati di Grazia nella Disgrazia
La conferenza gratuita di psicologia di
proposta dal Centro Divenire di Torre Boldone in
collaborazione con il Comune di Ranica si apre con un titolo
ambizioso.
Ospite il professore all'istituto Berne
di Milano, psicologo, psicoterapeuta, consulente per le
organizzazioni, trainer, supervisor, autore di diversi libri fra cui
“Amore limpido”, un viaggio nell'evoluzione del significato della
funzione dell'amore per l'essere umano, Giorgio Piccinino. Ci ha
parlato della sua esperienza di perdita della persona amata in
seguito a un lungo percorso di malattia grave. Il suo intento era
mostrarci la possibilità di essere felici nel dolore, “Momenti di
grazia nella disgrazia”, questo il titolo della conferenza,
chiedendo al pubblico e riuscendoci con grande risultato, di
condividere, se ci fossero stati nella loro esperienza di malattia o
di lutto, momenti simili.
E' proprio per questo che dal canto suo
chi lavora nei reparti terminali o di patologia infantile è restio a
cambiare reparto, perchè dal quel cumulo di esperienze a volte
laceranti per la persona che soffre ne esce un grande insegnamento
per la persona che assiste e, se gli sta vicino con sapienza, anche
grandi momenti di gioia. Forse perchè in quelle occasioni rallenta
tutto: “Di quando mia nonna ha fatto la chemioterapia mi ricordo
solo una cosa: rimaneva tutto lì, in uno spazio piccolo, concreto,
per il resto non c'era più spazio”, dice una persona del pubblico.
Forse perchè andare verso l'altro a mani vuote rende semplicemente
felici: “io gli dicevo: non so cosa dirti, ma resto qui con te.
Parlava l'ammalato, io lo ascoltavo e andavo via contenta”. Forse
perchè siamo geneticamente programmati per provare gioia quando
facciamo del bene: un video proiettato durante la conferenza
riprendeva donne che si erano rasate la testa in solidarietà a un
amica che aveva il tumore, “quelle persone hanno trovato una parte
di se' che non sapevano neanche di avere”, sottolinea un'altra
donna, una parte amorevole, un comportamento di tutela nei confronti
dell'altro che ci rende più forti, in netto contrasto con il
sentirci più forti tagliando la testa dell'altro, ergendoci su un
piedistallo di superiorità. Forse perchè “quando mio cognato è
stato male mi sono sentita molto riconosciuta da lui, riconosceva in
me una persona che non avrebbe usato la sua fragilità per fargli del
male”, e questo ci rende felici, aggiunge il dottor Piccinino.
Secondo un meccanismo di rinforzo e allarme noi esseri umani siamo
“allarmati” dalle cattive sensazioni come la paura e la tristezza
perchè ci indicano che non stiamo facendo del bene per noi e al
contrario siamo “rinforzati” quando proviamo gioia, la gioia è
il premio che viene a dirci che quanto stiamo facendo è un bene.
Sì ma come si fa a stare vicini alla
persona che amiamo e che soffre senza farci trascinare dalle
inevitabili ansie e preoccupazioni per la sua salute o dal suo stesso
dolore?
“Quando mia moglie era malata non
sono stato infelice. Avevo degli abissi di dolore, ma non quando
stavo con lei. Un mio caro amico veniva a trovarci al capezzale di
mia moglie e si affacciava solamente per salutare. Poi quando mia
moglie è morta mi ha telefonato per chiedermi se volevo che venisse
a dormire da me. Mi stava dicendo che non mi lasciava solo, lui che
poco prima non riusciva nemmeno a entrare nella camera d'ospedale.
Era una sua incapacità. Dobbiamo insegnare ai bambini fin da piccoli
a stare accanto alle persone che soffrono”, a nutrirsi della loro
capacità di offrire se stessi, a mani vuote, perchè “apprendiamo
tante cose, in primis a non sprecare il tempo che abbiamo”,
conclude Piccinino.