|  Matilda sei mitica!

giovedì 13 ottobre 2016

30 maggio 2016

Voce, corpo, relazione




L'attrice e musicoterapeuta Miriam Gotti intona, insieme a una chitarrista, una bellissima canzone popolare “Sogna fiore mio” proveniente dal sud Italia. È una ninna nanna uscita in un disco di Lucilla Galeazzi nel '92, ma le sue note hanno un sapore più antico. Spiega Miriam, educatrice teatrale e pedagoga, che “è il canto di una mamma al suo bambino, con l'augurio che possa sognare il mondo e la sua bellezza”. Si può trovare facilmente la traduzione del testo sul web, ma la canzone va ascoltata nel dialetto d'origine per cogliere tutta la dolcezza e l'armonia. Vi è mai capitato che la vostra mamma vi cantasse una ninna nanna? Se non ne conoscete nemmeno una, questa è un alternativa eccellente.

Aver avuto delle ninne nanne è importante, ci racconta Miriam. A cinque mesi, ancora nella pancia della mamma, siamo in grado di sentire la sua voce, mentre solo al settimo riusciamo a sentire anche quella del papà. La relazione fra la mamma e il bambino comincia da una relazione vocale, “nella quale il bimbo si sente protetto e al sicuro, costruisce il primo legame con la madre e le basi di un linguaggio”. Perchè?

Partiamo dal principio. Il suono è un onda, una frequenza e quando un corpo è pronto a riceverne la vibrazione si crea risonanza. La scienza che studia le forme delle onde sonore si chiama cimatica: se si versa del sale su una superficie vibrante come un tamburo e si riproducono delle frequenze vicino ad esso vediamo che il sale prende forme diverse per ogni suono, forme geometriche. La mamma e il suo bambino: il suono si propaga dalle corde vocali e diventa un vero e proprio massaggio vibrazionale per il bambino perchè quando cantiamo le vibrazioni si propagano nelle ossa e nei tessuti liquidi e il nostro corpo assume all'interno nuove forme, la nostra acqua assume nuove forme, come il sale dell'esperimento. Da grandi è la nostra voce, col suo tono, la sua acutezza o gravità, la sua intensità, a vibrare dentro il nostro corpo e il tipo di vibrazione che fa muovere i nostri tessuti è il tipo di energia che ci abita. Ci sono molte teorie sui significati simbolici delle tonalità di voce, acute sono connesse all'aria, alle idee, vanno verso il cielo e sembrano tipiche delle persone che si lasciano trasportare dagli altri e rincorrono tutte le cose che si presentano nella loro vita. Le tonalità basse sono mascoline, connesse alla vita materiale e pratica e infatti le manager abbassano il tono della loro voce per risultare più incisive, più prestanti.



Il canto è un esigenza viscerale: ogni volta che cantiamo stiamo dinamizzando la nostra acqua interna. Il canto della mamma è armonia per le orecchie del bambino. Pensate a una mamma che comunica sempre urlando o con un tono di voce brusco, a scatti, tipico di quando si rimprovera. A livello inconscio il bambino sentirà caos, perchè il rumore è caos. Per questo il canto è benefico.

La risonanza è questione d'orecchio anche nelle relazioni umane. Quando siamo al telefono con un'amica e dal tono della sua voce capiamo che qualcosa non va, senza che lei ce l'abbia detto espressamente, succede che il suono ha aperto in noi un canale immediato a cui spesso non facciamo caso ma che ci tocca nel mezzo di un istante, l'impatto è emotivo. Continuiamo ad ascoltarla e quello che attiviamo è il canale verbale, che risponde alla logica, all'analisi e impiega più tempo per arrivare alle conclusioni, mentre il cervello emotivo capisce fin da subito che lei non sta bene.

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