Voce, corpo, relazione

L'attrice e musicoterapeuta Miriam
Gotti intona, insieme a una chitarrista, una bellissima canzone
popolare “Sogna fiore mio” proveniente dal sud Italia. È una
ninna nanna uscita in un disco di Lucilla Galeazzi nel '92, ma le sue
note hanno un sapore più antico. Spiega Miriam, educatrice teatrale
e pedagoga, che “è il canto di una mamma al suo bambino, con
l'augurio che possa sognare il mondo e la sua bellezza”. Si può
trovare facilmente la traduzione del testo sul web, ma la canzone va
ascoltata nel dialetto d'origine per cogliere tutta la dolcezza e
l'armonia. Vi è mai capitato che la vostra mamma vi cantasse una
ninna nanna? Se non ne conoscete nemmeno una, questa è un
alternativa eccellente.
Aver avuto delle ninne nanne è
importante, ci racconta Miriam. A cinque mesi, ancora nella pancia
della mamma, siamo in grado di sentire la sua voce, mentre solo al
settimo riusciamo a sentire anche quella del papà. La relazione fra
la mamma e il bambino comincia da una relazione vocale, “nella
quale il bimbo si sente protetto e al sicuro, costruisce il primo
legame con la madre e le basi di un linguaggio”. Perchè?
Partiamo dal principio. Il suono è un
onda, una frequenza e quando un corpo è pronto a riceverne la
vibrazione si crea risonanza. La scienza che studia le forme delle
onde sonore si chiama cimatica: se si versa del sale su una
superficie vibrante come un tamburo e si riproducono delle frequenze
vicino ad esso vediamo che il sale prende forme diverse per ogni
suono, forme geometriche. La mamma e il suo bambino: il suono si
propaga dalle corde vocali e diventa un vero e proprio massaggio
vibrazionale per il bambino perchè quando cantiamo le vibrazioni si
propagano nelle ossa e nei tessuti liquidi e il nostro corpo assume
all'interno nuove forme, la nostra acqua assume nuove forme, come il
sale dell'esperimento. Da grandi è la nostra voce, col suo tono, la
sua acutezza o gravità, la sua intensità, a vibrare dentro il
nostro corpo e il tipo di vibrazione che fa muovere i nostri tessuti
è il tipo di energia che ci abita. Ci sono molte teorie sui
significati simbolici delle tonalità di voce, acute sono connesse
all'aria, alle idee, vanno verso il cielo e sembrano tipiche delle
persone che si lasciano trasportare dagli altri e rincorrono tutte le
cose che si presentano nella loro vita. Le tonalità basse sono
mascoline, connesse alla vita materiale e pratica e infatti le
manager abbassano il tono della loro voce per risultare più
incisive, più prestanti.
Il canto è un esigenza viscerale: ogni
volta che cantiamo stiamo dinamizzando la nostra acqua interna. Il
canto della mamma è armonia per le orecchie del bambino. Pensate a
una mamma che comunica sempre urlando o con un tono di voce brusco, a
scatti, tipico di quando si rimprovera. A livello inconscio il
bambino sentirà caos, perchè il rumore è caos. Per questo il canto
è benefico.
La risonanza è questione d'orecchio
anche nelle relazioni umane. Quando siamo al telefono con un'amica e
dal tono della sua voce capiamo che qualcosa non va, senza che lei ce
l'abbia detto espressamente, succede che il suono ha aperto in noi un
canale immediato a cui spesso non facciamo caso ma che ci tocca nel
mezzo di un istante, l'impatto è emotivo. Continuiamo ad ascoltarla
e quello che attiviamo è il canale verbale, che risponde alla
logica, all'analisi e impiega più tempo per arrivare alle
conclusioni, mentre il cervello emotivo capisce fin da subito che
lei non sta bene.
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