2018 |  Matilda sei mitica!

mercoledì 28 novembre 2018




Intervista a Davide Torri, curatore della rassegna Montes di Festival Presente Prossimo.





Sono andata a disturbare il presidente di Associazione Gente di Montagna Davide Torri, uomo riservato ma incisivo, che quest'anno insieme a Festival Presente Prossimo cura la rassegna dedicata agli autori di montagna Montes, e a gennaio lancerà un blogger contest. Fra gli altri scopi, l'Associazione ha quello difficile di stare al passo con la realtà sociale attuale, perchè nei Comuni Montani il rischio delle associazioni è quello di "auto-referenziarsi" e richiudersi su se stesse. La letteratura è un antidoto anche contro questo male.


1. Chi è e che cosa fa Gente di Montagna?





Gente di Montagna è una piccola associazione di promozione sociale nata quasi quindici anni fa con l'idea di promuovere iniziative attivando reti tra le realtà culturali, sociali ed economiche delle Terre Alte. E così abbiamo prodotto ricerche, pubblicazioni, documentari, organizzato incontri e convegni, e ancora, affiancato progetti di microeconomia e nuova socialità in montagna cercando la dignità di tutti i soggetti. Gente di Montagna ha poco più di trenta soci distribuiti in diverse zone delle Alpi e degli Appennini e una mezza dozzina fuori dall'Italia: ognuno di loro, quando serve, è in grado di promuovere nel territorio in cui vive piccole azioni che hanno come obiettivo proprio quello di rendere "bella" la vita in montagna.

2. Qual è il suo lavoro all'interno di Presente Prossimo?





Gente di Montagna ha attivato in questi anni una robusta rete di contatti e di amicizie, tra cui anche molti scrittori. Questi autori sanno raccontare la vita e la natura delle montagne in modo corretto, cioè privo di retorica, un po' come cerchiamo di fare anche noi attraverso le nostre iniziative. E così, dopo esserci guardati un po' da lontano, quest'anno l'Associazione è stata coinvolta dallo staff di Presente Prossimo per costruire insieme un capitolo all'interno del Festival, che da anni accoglie i suoi ospiti nei Comuni Montani della Bergamasca. E' nata quest'anno una rassegna dedicata alla montagna: Montes, che sembra un poco dialetto ma, invece, è latino. 




3. Quali sono i fronti più esposti di battaglia per un'associazione come la vostra?


Non si tratta certo di una battaglia ma di mantenere la capacità, in tempi così fluidi, di stare al passo con la realtà sociale attuale, cosa non semplice dato che, anche per Associazioni piccole come la nostra, il rischio è quello di "auto-referenziarsi". Per questo, oggi più che in passato, cerchiamo di attivare progetti condivisi come questo.




4. Vi è capitato di promuovere la letteratura di montagna grazie a una serie di occasioni arrivate al momento giusto, oppure la letteratura è un tema che vi sta a cuore intimamente?





Se c'è qualcosa che è in grado di raggiungere anche il più piccolo paesino in cima alla valle, che può trovare posto anche nello zaino più carico è proprio un libro. Non per forza un libro che parla di montagna ma, certo, un racconto di montagna ha una vicinanza più visibile per tutti coloro che ne amano i paesaggi, i valori e i simboli. Come Associazione abbiamo sempre creduto che la cultura sia un antidoto a tanti difetti dell'umanità: i progetti che abbiamo portato a termine viaggiano con questa idea e crediamo che un buon libro sia l'arma migliore. Un libro che ha la montagna dentro ancora di più.


I tre autori presenti nella rassegna di quest'anno sono Manolo, Sandro Campani, che verrà venerdì 30 a Parre alle 20.30 alla chiesa di San Rocco, e Emilio Previtali. Per maggiori info presenteprossimo.it

venerdì 1 giugno 2018

Montparnasse - Femminile singolare



Alcune volte bisogna saper ripagare le persone con la stessa moneta. Guardarle in faccia e dire loro quello che pensiamo, che non ce ne è importato niente, che ci servivano solo in quel momento ad esempio. E' questo che ci insegna Paula, con il suo carattere schietto e il suo cuore grande, camminando fra le strade di una Parigi che non ama le persone ma ama i soldi; dove puoi trovare una persona con cui parlare nella dottoressa che fa il turno di notte, e nessun amico oltre la tua porta. Una città straniera di tanta gente che arriva da fuori che non ha niente in comune se non il fatto che arriva da fuori. Una città piena di gente sola. E allora persino un gatto può essere conteso come oro fra due ex amanti, il gatto che Paula porta in giro in uno scatolone da quando viene sbattuta fuori di casa.

Per Paula è giunto il momento che le strade vengano battute, i sentieri interrotti, i lavori sbagliati trovati e anche un po' di bugie raccontate, il tutto a fin di bene: la dannata sopravvivenza. E' in una Parigi sola che Paula scopre la forza che prima, mantenuta dal suo ex, non aveva, riscopre la calma nel girovagare senza meta, passando attraverso la disperazione e una ferita alla testa che si procura all'inizio del film che ne è il sintomo, il segno della sua nuova vita vissuta.

Ed è proprio grazie alla libertà riconquistata col sudore della fronte (ma anche col piacere) che Paula dimentica magicamente Joachim. E' in una Parigi sola che Paula riscopre la voglia di studiare a trent'anni. La volontà di ricongiungersi con la madre. Perchè a volte la solitudine è l'unico modo di ritornare in noi stessi e aprirci al mondo.

Disordinare è meglio che riordinare. Certo una volta che si è disordinato tutto viene anche il momento di riordinare, ma vivere seguendo l'istinto, rovesciando le carte in tavola lasciandole apparentemente senza senso è un operazione molto più divertente. Una signora uscendo ha detto all'amica: "La prossima volta vorrei vedere qualcosa di meno pesante". Pesante? Come ha fatto a trovare un film d'avventura pesante?
I misteri della donna per bene.

Il film diretto da Leonor Serraille, è vincitore della Camera d'or per la migliore opera prima a Cannes 2017.

  • DATA USCITA
  • GENERE: Commedia
  • ANNO: 2017
  • REGIA: Léonor Serraille
  • ATTORI: Lætitia Dosch, Grégoire Monsaingeon, Souleymane Seye Ndiaye, Léonie Simaga, Nathalie Richard, Jean Christophe Folly, Arnaud de Cazes, Erika Sainte, Lila-Rose Gilberti, Marie Remond
  • PAESE: Francia
  • DURATA97 Min
  • DISTRIBUZIONE: Parthénos Distribuzione

sabato 14 aprile 2018

I promessi sposi in cerca d'attore, 

Spaz10Teatro in replica a Treviglio


Di produzione bergamasca lo spettacolo andato in scena lo scorso venerdì 13 al Teatro Nuovo di Treviglio ha una vena psicologica e letteraria ed è arricchito dal gusto per la drammaturgia collettiva, un escamotage per dare nuova vitalità ai personaggi arrugginiti del Manzoni.


in scena a Palazzo Visconti di Fara Gera D'adda



regia di Tiziano Ferrari e Lucia Menegazzo

Chi lo dice che la Provvidenza non sia una vittima dei pasticci che gli uomini fanno appena prima di chiamarla disperati a porvi rimedio? O che Lucia non fosse altro che una bisbetica immatura che non ha seguito nemmeno per un attimo i consigli della ragione? Chi lo dice che Don Rodrigo non sia l'incarnazione di ciò che per noi corrisponde al massimo della malvagità, un buco nero necessario per ispessire la trama dei Promessi Sposi, che tutto risucchia e grazie al quale possiamo trovare colui cui tutto additare? O ancora, chi ci assicura che la Perpetua, dietro la sua maschera di donna petulante, non nasconda un ingegno sopraffino? Chi ci impedisce di paragonare le vicende che hanno spinto la Monaca di Monza a prendere i voti a quindici anni con i meccanismi di violenza psicologica sulla donna ancora in uso nella società di oggi?


la Monaca di Monza

Queste ed altre ancora le questioni affrontate in Promessi sposi in cerca d'attore, una produzione di Spaz10Teatro, che cerca soluzioni nuove per interpretare un classico dei classici. Ci si interroga dal vivo, come in un laboratorio teatrale in vetrina, mentre ciascuno degli attori ne prende le parti, sui personaggi che hanno dato vita alla commedia manzoniana e il risultato è un approfondimento originale che va a toccare persino lo scrittore quale personaggio che prende parte alle sorti dell'intreccio, dialogando coi personaggi da lui stesso costruiti.




Quando uno scrittore come Manzoni comincia un viaggio all'interno di un romanzo, durante il percorso, mentre gli episodi da lui ideati stabiliscono dei punti di non ritorno, si ritrova a fare i conti con la propria storia, litigandoci, litigando coi personaggi, con le loro emozioni, sviluppando dialoghi che non lo soddisfano perchè non soddisfano le esigenze dei personaggi stessi.


backstage dello spettacolo al Palazzo Visconteo

Attraverso vari registri, messi in campo con degli artefici teatrali, la compagnia diretta dall'albinese Tiziano Ferrari, e con alle spalle ormai sette produzioni, riesce a fa calare lo spettatore in quell'intricato gioco di specchi che è il teatro e la letteratura e con l'interpretazione che di esse l'uomo ha cercato di darne da duecento anni a questa parte - il Manzoni ha scritto i Promessi Sposi nel 1840.




Una drammaturgia collettiva che da l'impressione di un corpo teatrale che prende vita dalla mescolanza di tipi diversi, sfumature psicologiche e letture soggettive, quindi trasversali, mai riconducibili a uno stile classico. Attraverso la cooperazione reciproca queste immagini emergono, a una a una, come sbocciando: l'aspetto forse più interessante di un teatro che è ricerca da parte di tutti i suoi membri.




Foto di Federico Buscarino