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domenica 26 febbraio 2017

Sinibaldi di Radio3 a Presente Prossimo: "Nella cultura sono saltate muraglie".

Chi critica l'italiano scorretto dei giovani commette un errore sulla realtà.



Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio 3, è stato ospite sabato 25 Febbraio al festival Presente Prossimo: ha dialogato all'auditorium di Ranica con Fabio Cleto sul tema della cultura.

In una congiuntura storica come la nostra, intrisa fino all'osso di cambiamenti epocali, non si poteva non prestare attenzione al protagonista indiscusso di tali trasformazioni: il web.

Quali sono gli effetti della digitalizzazione della cultura?

Sono saltate delle muraglie, quelle che prima si frapponevano fra le persone e l'oggetto culturale del loro desiderio: si può ascoltare un brano di Mozart senza avere uno zio collezionista, oppure i libri che diventano famosi non sono più solo quelli scelti dalla terza pagina del Corriere della Sera come avveniva in passato e, questi sono dei seri problemi, si arriva fino alla violazione dei diritti d'autore e alla distruzione di carriere. Ma i problemi posti dall'abbondanza sono meglio di quelli posti dalla scarsità. Il nostro secolo è caratterizzato, grazie a questo allargamento del mondo che si è prodotto con internet, dall'abbondanza di cultura. È possibile seguire le nostre passioni fino all'ossessione, grazie ai gruppi e alle comunità che si trovano in rete.”

“Però tutto ciò produce smarrimento. Ad esempio se parlo ai miei studenti di cinema, loro non sanno chi sia Woody Allen” replica Fabio Cleto. “Non c'è oggi, proprio a causa della rottura delle barriere culturali, una rinnovata necessità di figure guida? Di mediatori nella cultura?”

“Ogni epoca in cui c'è stato un cambiamento importante ha vissuto uno smarrimento. Basti pensare alla scoperta dell'America, in concomitanza della quale, guarda caso, sono saltati tutti gli equilibri in Europa. Anche le innovazioni prodotte dalla tecnologia prima e dopo la prima guerra mondiale, l'automobile, il telegrafo, la radiotelegrafia, la radiofonia e poi la televisione, sono solo alcuni fra gli elementi che hanno sconvolto la nostra società.”

Non per questo è lecito guardare con nostalgia ai tempi passati. I nostalgici dell'italiano corretto?

“Beh, penso che quei professori che hanno denunciato il cattivo italiano dei giovani d'oggi abbiano dimostrato un pregiudizio del tutto singolare rispetto alla realtà. A tutte le generazioni è stato detto dalla generazione più anziana, depositaria di un sapere elitario e istituzionalizzato, che si stava distruggendo la lingua italiana, ma a questo punto viene da chiedersi se il vero italiano corretto non sia da ultimo quello di Dante! Idem per coloro che ritengono che i giovani stanno perdendo la concentrazione e la memoria a causa dei tablet e dei cellulari. Siamo all'interno di un tema enorme che è quello del rapporto fra le generazioni, in questo caso è lecito usare la parola, anche se la odio a morte.”

E' lo stesso per quanto si dice della crisi dei giornali?

“Le notizie le leggo sulla carta, perchè ha una organizzazione del mondo che mi è più congeniale, essendo cresciuto nell'epoca dei quotidiani, ma credo che non ci sarà molto futuro per la carta stampata. E se questo suscita in noi un'idea di decadenza, non dobbiamo dimenticare (e la cultura talvolta serve proprio a non dimenticare) che i giornali a loro volta sono stati una novità che ha impiegato centocinquant'anni ad affermasi. La gente in particolare non capiva perchè dovesse accadere qualcosa di importante ogni giorno. Avere un atteggiamento nostalgico ci impedisce di vedere le sfide che abbiamo di fronte a noi e ci impedisce di vedere anche i veri pericoli.”

Mi viene in mente, ad esempio, che su internet si tende ad avere una lettura sbrigativa.

“L'online e la gratuità delle notizie rischiano di abbassare le nostre pretese sulla qualità dell'informazione: è un grosso rischio. Il Washington Post ha svolto un inchiesta non molto tempo fa su quanto a lungo il lettore si soffermasse su una pagina online ed è risultato che più della metà abbandonano la pagina prima di aver finito di leggere l'articolo.”

Questo è indice di una mala informazione? O è solo un dato di fatto che dobbiamo prendere senza giudizio nostalgico?

Ai lettori la risposta.

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