Primo appuntamento con Murakami Haruki
E' appena uscito il suo Il mestiere dello scrittore, leggo l'autore per la prima volta nei suoi esordi Vento & Flipper e mi innamoro.
A
pochi giorni dall'uscita in Italia de Il mestiere dello scrittore
per Einaudi, finisco di leggere i suoi due primi romanzi. Ascolta
la voce del vento del 1979 e Flipper, 1973 (qui
la recensione) scritto l'anno dopo. Pubblicato sempre per
Einaudi nel 2016, la prima edizione legale in Italia, l'autore infatti non ha
mai autorizzato l'uscita di questi due romanzi fuori dal Giappone e
quindi si erano create copie clandestine, accorpa i due lunghi
racconti insieme e l'autore fa una intensa prefazione in cui si svela
un po'. Racconta, mi trema la gola e sento che non sarò mai
all'altezza di scrivere l'articolo, questo l'effetto di avere appena
finito di leggere qualcosa di Haruki, di quando nel 1979, all'età
di trent'anni, venne illuminato da un colpo di battuta di una pallina
bianca che si stagliava ben visibile sul prato verde di un campo da
baseball nel mezzo di una partita della squadra che tifava all'epoca,
giornata di sole, birra alla mano, steso su un prato soffice. In cosa
consistette questa illuminazione? Capì che sarebbe diventato uno
scrittore.

Mi sento di degnare del
dovuto rispetto questa montagna della letteratura non solo a priori.
Leggere Murakami Haruki, seppur alle sue prime armi (questa, forse,
la ragione per cui non ha voluto, prima di oggi, far circolare i suoi
primi lavori: perchè li giudicava troppo embrionali?) fa percepire
subito una qualità della grande scrittura: il tempo che si dilata.
Lo scrittore è capace di trasformare il tempo della realtà per
farlo coincidere con il tempo della finzione, non c'è fretta, né di
raccontare, né di far volgere un intreccio, all'improvviso non si è
più nel mondo reale ma in quello della narrazione, grazie alla
lentezza che le parole sono in grado di creare dentro di noi. Tutto
il nostro corpo sembra aggrappato al testo. Se c'è la dovuta pace
nei paraggi. E non perchè si stia verificando un assassinio o perchè
una coppia di innamorati è alle prese con vicissitudini
strappalacrime, ma solo perchè un ragazzo sta parlando in un bar e
tira una boccata di fumo.
Così, dopo i primi cenni
autobiografici della prefazione di Vento & flipper e
dopo aver immaginato per lunghi giorni che queste storie ricalcassero
la giovinezza dello scrittore, per poi, solo in un secondo momento,
disilludermene amaramente, ho fatto gli occhi a palla dallo stupore
quando ho letto l'email del libraio di fiducia per Einaudi che mi
inviava le anteprime di febbraio, fra cui c'era Il mestiere
dello scrittore di Murakami
Haruki. Sono esplosa di gioia.
Per
cui senza alcun dubbio la prossima recensione sarà su
Il mestiere dello scrittore di
Murakami Haruki.
Non
appena riuscirò a procurarmi il testo.

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