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mercoledì 1 marzo 2017

Recensione: La ragazza dello Sputnik di Murakami Haruki

Così continuiamo a vivere la nostra vita, pensai. Segnati da perdite profonde e definitive, derubati dalle cose per noi più preziose, trasformati in persone diverse che di sé conservano solo lo strato esterno della pelle.
Titolo: La ragazza dello Sputnik
Autore: Murakami Haruki
Editore: Einaudi
Genere: Narrativa contemporanea
Collana: Coralli
Anno di pubblicazione: 2001
Traduzione: Giorgio Amitrano
Prezzo: euro 14,46
Pagine: 236
Origine del mio interesse: Approfondire la conoscenza dello scrittore



Trama: Sumire ha lasciato disillusa l'università per scrivere romanzi. Nella sua vita non c'era mai stato posto per nient'altro all'infuori del suo sogno di diventare scrittrice, mai avuto ragazzi e nemmeno provato alcun desiderio per loro. Ha però un amico a cui vuole molto bene, i due hanno un intesa speciale, lui è innamorato di lei da sempre e non osa dirglielo. Ad un matrimonio Sumire incontra Myu, donna raffinata e seducente che commercia vini con l'Italia e la Francia, ha lasciato in carico al marito l'azienda del padre, morto durante la sua giovinezza, in coincidenza con il ritiro di Myu dal conservatorio che frequentava in Francia, evento con il quale rinuncerà per sempre alla carriera di pianista. Fra le due sboccia l'amore, ma mentre Sumire è trasparenza e irruenza, Myu è soprattutto vita alle spalle e segreti chiusi a chiave in un cassetto: abile donna d'affari, calibrata, organizzata, non sembra trovare spazio in lei quella dirompente passione che travolge e sconvolge, come un tornado su una pianura, spazzando via tutto quello che trova, la vita di Sumire. In tutto ciò l'amico e voce narrante sta a guardare, geloso e sofferente, il freschissimo innamoramento di Sumire che con lui si confida. Finchè un viaggio, nello scenario mistico e esotico di un isoletta greca, farà da giro di boa alle vicende di tutti e tre, facendo emergere le loro parti in ombra, con pennellate che vanno dallo psicodramma a esperienze al confine col paranormale.


Commento: La prima metà circa del libro ha tutte le carte in regola per figurare come la premessa di una storia di vita passionale e coinvolgente, pagine nitide degne della più grande letteratura, poi succede qualcosa che lascia a bocca asciutta. Segue un cambiamento quasi di registro, a partire dal viaggio in Grecia, che lascia come per magia l'affrancamento sulla realtà, per passare alla narrazione di un intrigo ricco di supance. Le vicende diventano mano a mano sempre più spaventose proprio perchè sembra non essere più rintracciabile un filo logico, ci si ritrova incapaci di capire quando si travalica il confine del normale per immergersi nel paranormale, tanto assurdo quanto desolante. Insieme alla metamorfosi dei personaggi è come se si assista a quella del romanzo stesso. Pare che, sfruttando i buchi oscuri della logica e di ciò che sia o non sia verosimile, l'autore possa dire: “Se quello che sta accadendo è vero, allora sono riuscito a raccontarvi la più infinita tristezza di questo modo.”

Nel 1997 per "The Salon Magazine" Murakami Haruki ha rilasciato:

"Amo i film del terrore, Stephen King, Raymond Chandler [...] scrivo storie strane. Non so perché mi piaccia tanto tutto ciò che è strano. In realtà sono un uomo molto razionale. Non credo alla New Age, né alla reincarnazione, ai sogni, ai tarocchi, all'oroscopo. Ma quando scrivo, scrivo cose bizzarre. Non so perché. Più sono serio, più divento balzano e contorto"

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